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martedì 22 aprile 2014

LA LEGGE DI HENRY

"UN GAS A CONTATTO DI UN LIQUIDO SI SCIOGLIE IN TALE LIQUIDO FINO A CHE LA PRESSIONE PARZIALE DI TALE GAS NEL LIQUIDO E' UGUALE ALLA PRESSIONE PARZIALE DEL GAS SUL LIQUIDO STESSO"

Quanto sopra vale solo nel caso in cui il gas non reagisca con il liquido.
Allo stesso modo avverrà che un gas disciolto in un liquido tornerà nella miscela sovrastante fino a che la pressione parziale di tale gas nella miscela è uguale alla pressione parziale del gas nel liquido.
In altre parole i gas nella miscela gassosa e nel liquido tendono a raggiungere una situazione di equilibrio.
Se però abbiamo molto gas rispetto al liquido pesante, ad elevata pressione parziale, a un certo punto il gas non passerà più nel liquido, in queste condizioni il liquido è definito saturo.

 

 La legge può essere espressa con una formula matematica del tipo:
G = k x (pg - pl)

dove G rappresenta la quantità di gas destinata a sciogliersi nel liquido, k una costante che dipende dal gas e dal liquido considerato, pg e pl la pressione parziale del gas rispettivamente nel gas e nel liquido.
Dalla formula si evince che se pg e pl sono uguali non ci sarà passaggio di gas, e quindi saremo in condizioni di equilibrio.
 Ora, se questa produzione di bollicine in risalita non viene controllata, in modo da mantenerle piccole e quindi facilmente eliminarle, si può incorrere in una forma più o meno grave di Malattia Da Decompressione o Embolia Gassosa Arteriosa rispettivamente più comunemente conosciute come MDD e EGA.

Per controllare la produzione di queste bolle, nelle immersioni entro la curva di sicurezza bisogna:

• Risalire ad una velocità non superiore a 9 metri al minuto

• fermarsi per un minuto alla metà della quota massima raggiunta

• fermarsi per 3 minuti ad una profondità di 5 metri

• risalire a 3 metri al minuto dai 5 metri alla superficie

LA LEGGE DI DALTON

 "LA PRESSIONE ESERCITATA DA UNO SPECIFICO GAS CONTENUTO IN UNA MISCELA E' PARI ALLA PRESSIONE TOTALE MOLTIPLICATA PER LA SUA CONCENTRAZIONE" (la concentrazione è la percentuale divisa 100)

 L'aria è una miscela di gas, anche se costituita per il 99% da due soli gas, ossigeno e azoto
In altre parole, la pressione totale di una miscela di gas è la somma delle pressioni parziali dei singoli gas, dove per pressione parziale di un gas si intende la pressione che tale gas avrebbe se da solo occupasse tutto il volume dalla miscela.
La legge di Dalton si può scrivere:
P= p1 + p2 + p3 + .....

oppure anche:
P = f1 x P + f2 x P + f3 x P + ....
dove P è la pressione parziale del gas 1, 2, 3, ecc. e f è la concentrazione del gas 1, 2, 3, ecc. (è ovvio che la somma di tutti gli f è uguale a 1).

 Se applichiamo la legge di Dalton all'aria che respiriamo sulla superficie del mare, dove la pressione totale (P) è di 1 ata, la pressione parizlae dell'ossigeno (pO2) sarà di 0,21 atm e quella dell'azoto (pN2) di 0,79 atm
pO2 + pN2 = 0,21 + 0,79 = 1
Scendendo in profondità abbiamo visto che aumenta la pressione e di conseguenza aumenta anche la pressione parziali e precisamente:


a 10 metri a 20 metri
pO2 = 0,42 atm pO2 = 0,63 atm
pN2 = 1,58 atm pN2 = 2,37 atm

e così via .................

La legge di Dalton ha diverse conseguenza sull'immersione.
Una di queste è legata all'osservazione che elevate pressioni parziali di azoto diminuiscono la lucidità el sommozzatore, fenomeno chiamato "narcosi da azoto" o "ebbrezza da profondità"
In immersione è ormai assodato che la pressione parziale massima sopportabile di ossigeno è di 1,6 atm per 45 minuti, mentre alcune didattiche ammettono tale pressione parziale solo per la fase di decompressione in pochi metri, consigliando il limite di 1,4 atm per l'immersione in profondità.
Può essere utile quindi calcolare, con la legge di Dalton, a che pressione totale e quindi a che profondità massima si può utilizzare l'aria senza superare i limiti di pressione parziale di ossigeno.

Riportiamo di seguito i limiti di esposizione all'ossigeno nelle immersioni con aria:


Profondità in metri pO2 in atm Limite di esposizione singola in minuti Limite di esposizione nelle 24 ore in minuti
66 1,6 45 150
61 1,5 120 180
57 1,4 150 180
52 1,3 180 210
47 1,2 210 240

giovedì 10 aprile 2014

LA LEGGE DI GAY-LUSSAC

La Legge di Charles conosciuta anche come Legge di Gay Lussac può essere così descritta:
"A volume costante, la variazione della pressione di una massa di gas 
è direttamente proporzionale alla variazione della sua temperatura".
Senza analizzare, per motivi pratici, le differenze che esistono tra gas perfetti e gas reali,
possiamo affermare che tra i tre parametri c'è una costante interconnessione e che i gas
 rispettano la relazione:



P V / T = K
Dove:
P = pressione
V = volume
T = temperatura assoluta
K = costante

Ciò significa che la variazione di uno dei parametri comporterà necessariamente la variazione di un altro o entrambi i parametri restanti.
Es: caricando una bombola, per i motivi legati alla legge di Charles, avremo un riscaldamento della stessa. Il successivo calo di temperatura, comporterà inevitabilmente un calo di pressione.


E' possibile notare la stessa variazione di pressione anche controllando il manometro sulla bombola esposta al sole e poi dopo averla messa in acqua prima di iniziare l'immersione.
Un altro caso tipico è dato dalla condensa che si forma sulla rubinetteria e sulle pareti esterne ed interne della bombola quando la scarichiamo velocemente, il brusco calo di pressione provoca un altrettanto brusco calo di temperatura con conseguente formazione di condensa.

Queste situazioni sono tutte da evitare in quanto la condensa che si viene a formare all'interno della bombola, non potrà essere eliminata se non in fase di manutenzione, arrecando danni anche gravi di corrosione al metallo.

 E' prassi infatti che le bombole vengano caricate mentre sono immerse in acqua oppure di caricare più bombole contemporaneamente in modo da avere una ricarica lenta e con conseguente aumento limitato e controllato della temperatura.

 

mercoledì 9 aprile 2014

LA LEGGE DI BOYLE E MARIOTTE

"A TEMPERATURA COSTANTE IL VOLUME DI UNA DATA QUANTITA' DI GAS E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLA PRESSIONE A CUI E' SOTTOPOSTO"

Quanto espresso sopra si riassume con una semplicissima espressione matematica: P x V = k
Dove, a temperatura costante, V sta per Volume, P per Pressione e K per un numero costante. La legge si può anche esprimere P1 x V1 = P2 x V2 dove 1 e 2 sono rispettivamente la prima e la seconda condizione in cui si esegue l'osservazione. Cioè il prodotto di pressione e volume danno sempre lo stesso valore perciò se la pressione aumenta il volume diminuisce sempre a temperatura costante.

Se prendiamo una palla contenente 6 litri di aria e la portiamo sott'acqua, all'aumentare della pressione il suo volume diminuisce.
Si tenga presente che il volume della palla si dimezza già a soli 10 metri di profondità. Questo ci deve fare comprendere che, se a 5 metri di profondità noi immettessimo dell'ulteriore aria nella palla per riportarla ad un volume di 6 litri, quando la lasciamo andare, arrivata in superficie il suo volume d'aria sarebbe pari a 9 litri, almeno che non sia scoppiata prima.
 In una formula matematica possiamo rappresentare quanto detto sopra:
P x V = 1.5 (5 metri di profondità) x 6 = 9 litri = k
P x V = 1 ( in superficie) x 9 = 9 litri = k

Alcune conseguenze della legge di Boyle e Mariotte:

- mantenendo sempre lo stesso ritmo respiratorio, la rapidità di diminuzione dell'aria della bombola da cui respiriamo aumenta con la profondità, infatti in superficie si consumano circa 20 litri al minuto di aria ad 1 ata. Alla profondità di 10 metri si consumano ancora 20 l/min ma a 2 ata, corrispondenti ad un consumo reale di 40 litri al minuto, a 20 metri se ne consumano 60 (3 ata x 20 l) e così via. Un facile ed immediato sistema per calcolare il consumo di aria ad una data profondità è di moltiplicare per due la quota di immersione e poi aggiungere il consumo a livello del mare (30Mt. x 2 = 60 + 20 = 80 a 30 metri di profondità si consumano circa 80 litri al minuto).

- Scendendo con la profondità aumenta, oltre al consumo come visto sopra, anche il freddo in quanto la muta, che è composta da neoprene con delle piccole bolle di gas intrappolate, si assottiglia come descritto dalla legge di Boyle e Mariotte. La sensazione di freddo è anche dovuta all'effetto dell'acqua che a mano mano che scendiamo diventa più fredda. 

- Il volume del gas contenuto nei polmoni di un apneista diminuisce all'aumentare della profondità di immersione. Nei polmoni di un sub con autorespiratore invece il volume rimane costante in quanto respiriamo alla pressione ambiente che corrisponde alla profondità in cui ci troviamo. 
 
Oltre che per gli esempi che abbiamo descritto sopra, la legge di Boyle e Mariotte è fondamentale per la sicurezza in quanto spiega l'importanza di manovre fondamentali che devono essere eseguite durante l'immersione:
a. compensazione dell'orecchio medio
b. compensazione della maschera
c. espirazione in risalita (solo se ci si immerge con autorespiratore)

Per quanto riguarda invece il punto c. espirazione in risalita, vorrei darvi alcuni punti guida che vi saranno utilissimi sia per la Vostra sicurezza che per quella del Vostro compagno.
La non osservanza di questa "regola" e la non effettuazione della manovra apre la porta all'incidente più grave che può capitare ad un subacqueo, l'embolia traumatica o sovra distensione polmonare.
La meccanica è la stessa di quella descritta nell'esempio del pallone che viene gonfiato sott'acqua e poi rilasciato, infatti risalendo il suo volume aumenta, diminuendo la pressione, fino a farlo scoppiare.
Nell'immersione con autorespiratore respiriamo aria a pressione ambiente, se siamo a 10 metri respireremo aria a 2 ata ed abbiamo in totale 5 litri d'aria nei polmoni, se risalissimo in superficie trattenendo il respiro il volume di gas nei nostri polmoni aumenta del doppio diventando così di ben 10 litri. A causa della scarsa elasticità dei nostri polmoni questa "disattenzione" comporterebbe la lacerazione degli alveoli, con conseguente immissione di bolle di gas nel piccolo circolo e rapido arrivo di bolle al cervello attraverso il circolo arterioso. La possibilità di intervento provvidenziale sarebbe comprimere l'infortunato in camera iperbarica entro pochissimi minuti dall'incidente, cosa praticamente impossibile. Per fortuna l'incidente è facilmente evitabile in quanto dovendo la risalita essere non superiore a 9 metri al minuti, basterà compiere atti respiratori regolari e continui senza pause inspiratorie.
Se per qualche motivo si dovesse effettuare una veloce risalita di emergenza, bisogna ASSOLUTAMENTE espirare abbondantemente e, se si sentono i polmoni completamente vuoti, fare degli atti inspiratori molto leggeri e brevi sempre seguiti da espirazioni importanti.

Cerchiamo ora di esaminare le variazioni di assetto collegate alla legge di Boyle e Mariotte. Precedentemente abbiamo visto che ogni variazione di pressione altera il volume dei gas in modo inversamente proporzionale e, grazie ad Archimede, ogni variazione di volume altera l'assetto.
Elenchiamo tali variazioni che avvengono in immersione:

LA RESPIRAZIONE: Ogni volta che espiriamo od inspiriamo diventiamo rispettivamente più positivi o negativi di un paio di chili, questo significa che se vogliamo stare fermi, in immersione, a guardarci per bene una parete dovremo prima trovare il nostro assetto negativo, perciò per prima rimanere immobili e poi restare in apnea. Significa inoltre che se in superficie abbiamo un assetto solo leggermente positivo, mentre espiriamo dovremmo dare dei colpetti di pinne per sostenerci

IL JACKET o GAV: Supponiamo di svuotarlo in superficie quel tanto che basta per scendere lentamente. Scopriremo che la velocità aumenta scendendo, in quanto la pressione fa diminuire il volume dell'aria contenuta. Al contrario invece se SCORRETTAMENTE gonfiamo il jacket per iniziare una lenta risalita, rapidamente la velocità aumenterà, perchè aumenta il volume.
IL JACKET NON VA MAI USATO, O MEGLIO NON VA MAI GONFIATO DURANTE LA RISALITA.

LA MUTA: Si comporta come il jacket, quindi è un altro fattore di variazione dell'assetto. Ovviamente più la muta è spessa e più sarà sensibile la variazione di assetto in discesa e successivamente in risalita.

I POLMONI: Influenzano l'assetto solo dell'apneista in quanto il subacqueo che si immerge con l'autorespiratore, respirando aria alla pressione ambiente il volume polmonare non subisce variazioni con la profondità e di conseguenza non può influenzare l'assetto. Un apneista invece che parte dalla superficie con i polmoni pieni, a 10 metri di profondità si troverà con il volume polmonare dimezzato e di conseguenza più pesante di circa 5 Kg. Perciò, se fate immersioni in apnea fate molta attenzione alla zavorra. Considerate che un apneista dovrebbe essere positivo fino alla metà della quota che ha stabilito di raggiungere.